Cookie Consent by Free Privacy Policy website Versando Torgiano

Nasce nel 1937 a New York, vive e lavora nella città natale e a Pietrasanta. Fin dagli esordi negli anni Settanta, si dedica prettamente alla scultura: alla sua prima personale a New York (1937) presenta opere in legno; gradualmente (traendo ispirazione dall'Arte Povera) inizia a coinvolgere materiali eterogenei (rame, ferro, bronzo, plexiglass, vetro, rete metallica), soffermandosi soprattutto ad indagarne l'interazione con la luce. Nel 1979 arriva a Pietrasanta nelle cave di marmo di Carrara, evento che determina la scelta espressiva futura, ovvero l'uso del marmo, dell'onice e dei basalti. Fino agli anni Novanta le sue sculture sono frutto di un incastro di pietra su superfici diversamente trattate, con talvolta incisioni e aggiunte cromatiche o in vetro: spesso gli assemblaggi sono stretti attorno ad un nucleo come punto focale dell'opera o abbracciano uno spazio vuoto (tale tipologia è presente, ad esempio, nella personale al Museo dei Bozzetti di Pietrasanta del 1997). Soprattutto negli Stati Uniti riceve diverse commissioni per opere da collocare in contesti pubblici: ad esempio si ricordano Water Trilogy (1986), una scultura-fontana in granito e vetro per la Bank of America Plaza di New York, e Nightwind (2001), opera di grandi dimensioni in onice per la sede del Congresso di Toronto. Partecipa a numerose collettive in Italia, Stati Uniti e Francia, tra le quali: Scolpire all'aperto, Symposium Sculpture Exhibition a Carrara (1982), La Grande Mela in Toscana a Cortona (1984), Art du Verre, Actualité, National a Rouen (1985), Omaggio alla terra scolpita a Ponteronca a Bologna (1995), Contemporary Sculpture a Maastricht (2001), Sculture & Scultori a Pietrasanta (2002). In questi anni  le sue opere sono state esposte all' Aria Art Gallery di Firenze (2009) e alla Kouros Gallery di New York (2010). Nelle sculture più recenti i singoli blocchi di pietra (soprattutto onice traslucido) vengono lavorati nella parte posteriore: dopo uno svuotamento e una successiva colatura di vetro, l'intervento con tocchi di taglierino rende la materia permeabile alla luce. Questo tipo di lavorazione riesce a dotare le masse rocciose (talvolta di dimensioni imponenti) di un'anima fragile, vulnerabile ed estremamente sensibile alle rifrazioni luminose. 

Le Opere esposte - 2004

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